Un blog di esperienze, pensieri, idee che circolano tra noi genitori - maestri, assistenti, cuochi, factotum... - dei bambini di questa scuola familiare

giovedì 8 marzo 2012

A Pistoia per raccontare e discutere

Domenica 26 febbraio 2012

Oggi io, Mimmo e Sarah insieme ai nostri bimbi Nora, Maia e Isacco siamo andati a Pistoia, dove siamo stati invitati a parlare della nostra scuola al corso di formazione IDeA (Intrecciare Didattica e Animazione per un volontariato con l’infanzia) dedicato a educatori e insegnanti, organizzato dal CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana) e dai nostri amici dell’Associazione Arcobaleno, che erano venuti a trovarci a Montumiano il giorno dell’inaugurazione della yurta.
È stato interessante ascoltare l’introduzione di Luigi Monti, sulle pedagogie attive, ma per me come mamma è stato soprattutto emozionante ascoltare la maestra Sarah raccontare della nostra scuola. È stata credo la prima volta che abbiamo descritto la nostra giovane esperienza all’esterno.
Il racconto è partito da lontano, da quando Sarah e Pierpaolo, già vent’anni fa, con l’Associazione Terre Memoria e Pace, si impegnavano con passione e convinzione per far rivivere la memoria e la storia di questi monti e della strage del ’44; poi l’acquisto del podere di Montumiano, fino alla sofferta decisione di Sarah – maestra nella scuola primaria statale da più di vent’anni – di fare “homeschooling” con i suoi due figli più piccoli. Poi, la scorsa primavera, l’incontro con noi, un gruppo di famiglie con bambini, che avevamo sperimentato un piccolo nido familiare l’anno precedente e che da mesi ci incontravamo per riflettere su quale percorso di crescita offrire ai nostri bambini. A poche settimane da questo INCONTRO (che io personalmente ho sentito essere un po' magico) stavamo già costruendo la Scuola dei bambini di Monte Sole, che abbiamo deciso di chiamare così in memoria dei tanti bambini che prima della guerra abitavano quei luoghi. Lunghe, faticose, gioiose e conviviali giornate estive passate insieme a lavorare e a costruire spazi – fisici e mentali. Nora quando parla della sua scuola nella yurta specifica che l’ha costruita il suo papà.














E' stato davvero bello ascoltare la descrizione delle attività che i nostri bimbi fanno concretamente giorno per giorno e osservare mia figlia Nora mentre a tutti raccontava di quando si era persa la mucca Selenia, srotolando la storia a rullo disegnata da Cinzia.

Nella discussione con gli amici di Pistoia sono emerse alcune perplessità, le stesse sulle quali ci troviamo ormai a riflettere da tempo tra di noi e con varie altre persone. Quando tagliare il cordone ombelicale tra genitori e figli? Non c’è il rischio di fare una scuola di élite? Perché abbandonare la nave che affonda (la scuola statale)? Quale eterogeneità sociale nella nostra scuola? Sono questioni su cui non abbiamo risposte definitive; abbiamo espresso piuttosto i nostri dubbi, le nostre riflessioni provvisorie e le motivazioni che ci stanno spingendo a praticare questo progetto.
Io sono d'accordo con Antonella, che mette a nostra disposizione ogni settimana la sua esperienza di yoga, quando dice che i nostri bambini “hanno un potenziale espressivo maggiore del nostro, sono più evoluti ed esprimono una maggiore capacità d’amore rispetto alla nostra”; e il nostro intento è quello di evitare quello “spreco d’infanzia”, come lo ha definito il nostro amico Luigi Monti, che troppo spesso avviene nella scuola statale.
















Daniela

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