Un blog di esperienze, pensieri, idee che circolano tra noi genitori - maestri, assistenti, cuochi, factotum... - dei bambini di questa scuola familiare

lunedì 21 maggio 2012

La saggezza biologica e culturale



Mi è capitato di incontrare persone e sentire immediata sintonia, di visitare luoghi che avevo già dentro e di leggere parole e libri che risuonavano talmente da pensare che potessero essere specchio di ciò che io stessa pensavo, sentivo o vivevo. 
Mi è successo anche oggi "inciampando" in modo fortunato negli scritti di Loris Malaguzzi:


"...Rispettare i tempi della maturazione, dello sviluppo, degli strumenti del fare e del capire, della piena, lenta, stravagante, lucida e mutevole emersione delle capacità infantili è una misura di saggezza biologica e culturale.  Se la natura ha predisposto che la lunghezza dell’infanzia umana sia la più lunga (infinita diceva Tolstoj) è perché sa quanti guadi sono da attraversare, quanti sentieri sono da ripercorrere, quanti errori possono essere corretti da bambini e adulti, quanti pregiudizi occorre superare. E quante infinite volte i bambini debbono riprendere fiato per restaurare le immagini di sé, dei coetanei, dei genitori, degli insegnanti, delle conoscenze dei mondi. Se oggi siamo in un’epoca in cui il tempo e i ritmi delle macchine e del profitto sono modelli contrapposti ai tempi umani, bene, allora bisogna sapere da che parte stanno psicologia, pedagogia e cultura..."

I 100 LINGUAGGI DEI BAMBINI
L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia


Il bambino
è fatto di cento.
Il bambino
ha cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare                  
cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire
cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.
Il bambino ha                            
cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.
La scuola e la cultura
gli separano la testa dal corpo.
Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.
Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c'è
e di cento
gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l'immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.
gli dicono insomma
che il cento non c'è.
Il bambino dice:
invece il cento c'è.

Loris Malaguzzi

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